La zona di Travo fu abitata fin dall’inizio del IV millennio a.C. al tempo in cui la cultura ligure stava succedendo a quella padana.
Nell’epoca romana il territorio travese era mèta di pellegrinaggi da tutta Italia per la presenza di uno dei maggiori templi pagani: il Tempio di Minerva.
La tradizione collecherebbe nel paese il luogo del martirio di S. Antonino, patrono di Piacenza.
Intorno al IV sec. d.C. si narra l’esistenza della prima chiesa di Travo, la Basilica di S. Andrea, mentre la data dell’attuale chiesa di S. Antonino fa risalire all’XI-XII secolo.
Dal dominio dei Malaspina il borgo passò al Comune di Piacenza nel XII sec..
Nel 1438 appartenne agli Anguissola che nel 1700 adibirono il castello a loro abitazione privata.
Nel 1805 Travo fu scelto come sede di comune grazie alla sua particolare posizione e importanza nel passato.
Nell’immediato dopoguerra il paese divenne noto anche in campo nazionale grazie alla presenza, nel suo territorio, di numerosi tipi di pietre, tra le quali spiccava per importanza quella litografica, utilizzata da varie case editrici.
Le pietre cavate in varie zone del comune venivano lavorate in uno stabilimento ancora oggi denominato Fabbrica.
Attualmente il paese rappresenta una rilevante mèta di villeggiatura.
Da Travo, risalendo la strada per Bobbiano, si può raggiungere la grande roccia di Perduca, e la Pietra Parcellara, poderoso roccione di serpentino nero, alla cui vetta, a 836 mt., si giunge arrampicandosi lungo una ripida gradinata scavata nella roccia viva.