Farini d'Olmo
visita a Farini d'Olmo
Si tratta di un comune che raccoglie in sé luoghi e frazioni di
particolare interesse ambientale e paesaggistico. Non eccelle per
edifici storici ed architettonici, ma ha dalla sua un territorio
veramente piacevole per gli amanti della natura, delle passeggiate,
delle escursioni. Le località che Farini amministra sotto il suo
comprensorio vanno a lambire la provincia parmense, con Groppallo,
dominato dai 1355 metri del Menegosa, che confina con Bardi.
Mentre si
stende circondato dalle vette dell’Aserei (1432 mt.), dell’Albareto
(1255 mt.) e del Rocchetta (1109 mt.) il piccolo borgo di Mareto, un
tempo meta anche per gli amanti dello sci, con impianti di risalita
ormai smantellati.
Salendo oltre, dirigendosi ancor più su, nella
più alta Val Nure, l’aria comincia a profumare di salsedine, il mare
della Liguria comincia così a farsi sentire, con sensazioni che
mescolano odori e purezza dell’alta montagna con flussi di tipico
carattere marino.
Qui a Farini la storia risale all’epoca romana
ed è quella dei luoghi storicamente di passaggio.
Fu teatro di scontri
fra le più note e potenti famiglie del tempo, dei Pallavicino e degli
Arcelli, degli Scotti, dei Visconti e degli Anguissola.
Ma anche dei
Caracciolo che dominarono il borgo per ben trecento anni, dal 1400 al
1700. Mentre risale alla seconda metà dell’Ottocento la costituzione di
Farini d’Olmo comune.
Circondato dalla natura, che conserva per ampi
tratti una sorta di anima selvatica, era caratterizzato da un nucleo
abitato sviluppato per lo più sulla riva sinistra del Nure. Negli anni a
venire il centro si è notevolmente sviluppato ed oggi il paese si è
esteso anche sull’altra sponda del torrente. Non vi sono, come detto,
edifici di particolare interesse.
Il Municipio e la chiesa parrocchiale
di San Giuseppe che presenta al suo interno una Via Crucis dipinta dal
piacentino Luciano Ricchetti, sono, ad esempio, costruzioni piuttosto
recenti.
Una visita nel paese è per apprezzare la spontaneità e
l’accoglienza tipica di questa gente, lungo le strade come nei bar, come
pure nei tanti locali di ristorazione che, nella stragrande maggioranza
dei casi, preparano piatti sempre genuini e legati ai prodotti del
territorio.
Qui ha lasciato il segno della sua maestrìa e della sua
genialità uno tra gli chef più apprezzati a livello internazionale: quel
Georges Cogny che ha reso famoso ed ha portato nel mondo il nome di
alcuni ristoranti piacentini, e che qui ha gestito la Locanda
Cantoniera.