Pontedell’Olio - Itinerari in Val Nure (seconda prima)
con Maria Grazia Dodici, dipendente comunale e ottima guida
Itinerari Piacentini, un appuntamento che ha accompagnato i lettori dei quotodiani piacentini, ora riproposto qui, sul web, dentro questo bel portale che presenta le eccellenze di un territorio da scoprire. Diamo seguito pertanto al percorso lasciato a metà nella scheda precedente e portiamo a termine la visita a questo bel centro della Val Nure:
Pontedell’Olio.
Avevamo visitato, nella precedente scheda, il centro del
paese, andando a scoprire edifici religiosi e raccontando brevemente la
storia che ha caratterizzato questa località. Oggi sono invece in
compagnia di Maria Grazia Dodici, dipendente comunale e buona
conoscitrice di questa zona, la quale mi guida alla scoperta di una
parte del territorio circostante il centro comunale.
L’itinerario ha
inizio dal Palazzo municipale, bella costruzione dell’’800, dove ho
appuntamento con Maria Grazia.
La giornata è soleggiata, l’aria salubre e
pungente. L’entusiasmo è quello che mi coglie ogni volta che mi accingo
a scoprire luoghi della nostra bella provincia. Luoghi che si
raggiungono da Piacenza in pochi minuti, che custodiscono spunti di
straordinario interesse storico, paesaggistico, ambientale.
Angoli del
nostro territorio poco noti, o meglio, meno noti ai piacentini stessi,
mentre invece sono spesso meta di un turismo proveniente dalle province
limitrofe, visitatori capaci di apprezzare cose di casa nostra,
paradossalmente a noi sconosciute.
Ed è un consacrato “italico difetto”,
un tratto caratteriale nazionale l’esterofilia, che porta a sorbirci 20
ore di volo per una settimana ai Carabi o in Polinesia, senza
magari aver mai visto la Sicilia o la Sardegna, la Toscana o la Puglia, o
tutte le altre meraviglie del nostro paese.
Ma tant’è… Torniamo al
nostro itinerario piacentino di oggi e con Maria Grazia stabiliamo sulla
carta quale sarà il nostro percorso odierno.
Pronti per partire, la
prima tappa è il complesso industriale di fine Ottocento delle fornaci
Cementirossi, che sorge proprio adiacente il Palazzo municipale.
Le Fornaci
Tornato
alla ribalta e rivalorizzato dall’amministrazione comunale, questo
vecchio edificio risulta oggi una interessante attrattiva turistica, per
il suo valore storico ed il significato sociale ad esso annesso. La
struttura è composta dalle torri delle fornaci, suddivise in tre piani,
adibite alla produzione della calce, che svettano e che dominano alte.
Completano la costruzione il deposito dei cavalli, il magazzino e la
Villa Rossi. Si parla di oltre un secolo fa quando vennero inaugurate le
prime due fornaci di calce, sorte per la precisione nel 1895, mentre
per la terza fornace si deve attendere il 1923. L’intero complesso si
componeva, per la verità, di altre due che in seguito furono però
demolite.
Qui si raccontano anni di storia, dentro queste mura
cresceva e si sviluppava un’intera comunità. Gli operai lavoravano in
turni di 6 o 8 ore per produrre tre calate al giorno. Ad azionare i
mezzi di trasporto erano inizialmente gli animali, poi vennero i treni
“decoville”, per la produzione della “calce a zolle” che durerà fino al
1958. Il sistema di funzionamento era a ciclo continuo e la tecnica
adottata era quella cosiddetta “a carica dall’alto”. L’impianto era
dotato di un efficiente montacarichi per convogliare i sassi calcarei
del Nure, i quali venivano lasciati cadere lentamente per essere
trasformati dai fuochi, alimentati con la combustione a carbone.
L’accensione di fuochi, si racconta, era compito di un bambino che
teneva una candela detta “sariola”.
La costruzione della prima fornace
viene affidata ad Emilio Rossi e coincide con l’avvento della tramvia a
Pontedell’Olio, nel 1881. Il fratello di Emilio, Giovanni Rossi è
ricordato come direttore dello stabilimento a soli 16 anni.
Altre
memorie dicono che durante la seconda guerra mondiale pare che i forni
fungessero da nascondiglio per i ricercati dei tedeschi.
Un’attenta e meticolosa opera di recupero ha riportato queste alte
torri, che rappresentano un pezzo d'archeologia industriale, ad un uso
turistico e culturale, con visite guidate che si possono richiedere
telefonando al Comune, proprietario di tutto l’immobile, ma anche per
mostre d’arte ed esposizioni tematiche che vanno a collocarsi
all’interno di una struttura senz’altro suggestiva.
il vecchio Ponte Ferroviario
In
parte danneggiato nel corso della seconda guerra mondiale, con un
bombardamento che il 7 settembre del ’44 provocò danni in seguito
riparati, il ponte si sviluppa su un’estensione di 400 metri. Del 1931,
costruito in cemento armato, è uno dei pochi ponti ferroviari italiani
che si caratterizza per una particolare curvatura di 300 metri.
Adiacente il ponte sorge il fontanazzo, fontana pubblica con le
cannule e le vasche, luogo che fino ai primi decenni del Novecento
vedeva le donne del paese ritrovarsi per lavare i panni.
Villa San Bono
Di
proprietà ora della Curia di Piacenza, Villa San Bono si sviluppa su
due piani e risale alla seconda metà dell’ottocento. Voluta dal francese
Sabonet, si tratta di un notevole esempio di neoclassico con cancello
d’ingresso in ferro battuto e due giardini interni. Le sue stanze hanno
ospitato figure illustri dell’epoca, come Carolina Elisabetta di
Brunswick, regina d'Inghilterra. Fu nell’estate del 1819 che, a causa
dei continui tradimenti del marito, si rifugiò qui ospite del Sabonet,
dove trovò serenità, dedicandosi al ricamo e al gioco degli scacchi. Per
la visita è necessario contattare la Curia di Piacenza.
Roberto Rossi
ha collaborato Laura Civardi