La nuova guida dei Grass 2014
della Confraternita dei Grass, Piacenza, 2013
Non c’è che dire. Fra buone forchette e buoni intenditori ci si capisce. E poi la loro utilità di ciceroni della meilleure tavola la svolgono al meglio. Ci scarrozzano in giro per la città e per le vallate alla scoperta delle tradizioni enogastronomiche della provincia. Non è facile starci dietro, ma ce la possiamo fare. I Grass ci fanno scoprire un territorio ricco di cultura e di storia. Dopo la fortunata prima edizione, ecco che la Confraternita - associazione di promozione sociale nata nel 1999 per la valorizzazione dell’enogastronomia e della convivialità - torna in libreria con la nuova edizione 2014 dell’atlante del turismo enogastronomico piacentino, stampato da Edizioni Officine di Gutenberg.
Sfogliate le pagine. Leggete con gusto. E fidatevi dei maialini che stanno lì a dare il loro giudizio, con una dignità non inferiore alle stelline. Troverete segnalati una sessantina di locali. Da quest’anno, come si legge nella introduzione, i Grass hanno deciso di raccomandare alcuni ristoranti in particolare per il fatto che tengono nel menu piatti della tradizione piacentina che stanno scomparendo: dalla bomba di riso con il ripieno di piccione alla burtléina al buslan ai maccheroni bobbiesi fatti con l’ago da calza. Rispetto all’edizione passata ci sono uscite e nuove entrate. Ma in questo movimento in-out, proprio delle migliori guide enogastronomiche, soggiace una favolosa certezza: il maiale “il quale, nella cucina piacentina, risiede stabilmente negli antipasti, si mimetizza discretamente nei primi (limitandosi a brevi ma intensi camei sotto le mentite spoglie di strutto o pancetta in alcuni sughi) per poi riemergere, come un fiume carsico, nei secondi.”. L’introduzione, gustosa come sempre, è firmata da Nereo Trabacchi.